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Sportpertutti nelle carceri: A Roma il premio Coni assegnato al circolo Uisp Albatros di Rebibbia

Il 14 marzo presso la sala stampa dello stadio Olimpico, si è tenuta la IX edizione del Premo Coni. Si tratta di uno dei massimi riconoscimenti del mondo dello sport perché a meritarlo sono dirigenti, tecnici, atleti e società che si sono distinti, nell'anno di riferimento e sul territorio della provincia di Roma, a livello agonistico e di promozione dei valori sociali dello sport. Quest'anno, il premio è stato consegnato anche a uno dei circoli interni al carcere di Rebibbia, il circolo Albatros, affiliato all'Uisp Roma. Un esempio tangibile di come lo sport riesca a superare frontiere di ogni genere, perfino ad entrare in un carcere e far riscoprire o, addirittura, far nascere l'amore per lo sport a chi è perfettamente consapevole che non potrà uscire dalla sua condizione.

"Il Circolo Albatros in questi anni è divenuto un punto di riferimento per la vita dei detenuti - dice Andrea Novelli, presidente dell'Uisp Roma - Nell'organizzare attività sportive e motorie interne al carcere, il Circolo Albatros, ha avviato una positiva collaborazione anche con il Comitato provinciale del Coni. L'assegnazione di questo premio è quindi un riconoscimento ad un'attività che, come per qualsiasi altra società sportiva, coinvolge atleti e dirigenti. Il premio è stato consegnato nelle mani del capitano della squadra di calcio che, emozionatissimo, ha espresso il suo desiderio di poter avere un contratto con una squadra, cosa che gli consentirebbe di poter uscire in permesso lavoro, cambiando così la sua condizione di vita che si svolge ormai da 19 anni dentro le mura di un carcere. Mi sembra che questo appello sia già stato raccolto dal rappresentante della Lega Calcio dilettanti, Franco Pascucci, che si è impegnato a cercare una soluzione che potrebbe essere estesa anche a persone che vivono nella stessa condizione".

Ricordiamo che il circolo dei detenuti Albatros, fondato nel 1986 e dal 2001 affiliato all'Uisp Roma, nel corso degli anni grazie all'impegno di tanti istruttori, ha dato la possibilità a centinaia e centinaia di detenuti di praticare calcio, tennis, pesistica, di correre "Vivicittà". E ha sfornato anche arbitri di calcio e tennis, come Carlo che, uscito dal carcere anni fa, continua a fischiare sui campi di periferia. Lui dentro il carcere ha trovato una speranza e un lavoro. L'Albatros continua a lavorare perché non sia l'unico.
Fonte ufficio stampa Uisp Roma